In un momento così grave di sofferenza del pianeta per gli squilibri ambientali causati dalla mano dell’uomo e dal suo rapace approccio alle risorse naturali, riteniamo fondamentale e non più rinviabile riflettere e intervenire su questi temi anche dalla prospettiva dell’educazione e dei bambini.
Tali squilibri, presenti in proporzione diversa su tutto il pianeta, stanno mostrando nel territorio campano tutta la loro lacerante e brutale evidenza. Anche per gravi responsabilità degli amministratori pubblici. Ci sembra pertanto necessario essere presenti per confrontarsi, supportarsi e coordinarsi anche al fine di controllare che l’operato pubblico sia appropriato e funzionale all’imbocco di una corretta via per il cambiamento, alla risoluzione dei problemi ambientali, nonché adeguato rispetto al ruolo dell’educazione in questo processo.
La questione dei rifiuti pone tutti noi davanti al nostro ruolo di consumatori, indotti a comprare, buttare e di nuovo acquistare, in un vortice ormai completamente fuori controllo che insieme all’ambiente, distrugge la nostra cultura (quello che ne rimane) e il tessuto sociale. Mai come in questo momento ci siamo sentiti spinti a domandarci il senso di questo ruolo e a metterlo seriamente e profondamente in discussione. A partire da scelte concrete.
Le condizioni in cui versa la Campania, che dell’“emergenza” temiamo abbiano soltanto l’irreversibilità, ci spingono a metterci a lavoro.
In questa ottica riteniamo necessario che coloro che si occupano di educazione, in primis le scuole, si confrontino e collaborino per ragionare insieme sugli approcci corretti da adottare in merito ai temi ecologici, anche in una posizione di presidio e sorveglianza dell’intervento pubblico.
Una prospettiva completa implica che il ruolo della scuola e dell’educazione non siano avulsi (e magari contraddetti) dalle politiche cittadine e regionali su questi temi: lavorare seriamente sulle questioni dell’ambiente e dell’ecologia (che forse si riduce a fare seriamente educazione) significa oggi essere costantemente contraddetti dalla politica, dall’economia, dalle istituzioni e, inutile negarlo, dalla società civile. Ogni serio progetto di educazione ambientale necessita pertanto di essere completato da un sistema di intervento pubblico funzionante. A cominciare dall’avvio di un piano integrato dei rifiuti che, partendo dalla riduzione e passando per il riciclo e la bonifica dei terreni inquinati, offra risposte efficaci a così gravi questioni ambientali.
L’educazione e il piano di recupero e smaltimento dei rifiuti sono due aspetti complementari, ma diversi. E da soggetti diversi devono essere assolti. Una cosa è che le scuole possiedano i cassonetti per la raccolta della plastica e della carta – a cui necessariamente aggiungere quelli per il vetro, l’alluminio, le pile, i toner delle stampanti, ecc – che il soggetto preposto provvederà a ritirare e stoccare: e questo occorre pretenderlo. Altra cosa è elaborare e “agire” con i bambini e i ragazzi una reale cultura ecologica. Riteniamo entrambe le cose ugualmente necessarie.
La nostra proposta è di:
- creare un più stringente confronto e coordinamento di quanti vogliono ragionare, formarsi e interrogarsi sul tema dell’ecologia, in particolare da una prospettiva pedagogica;
- animare iniziative e creare occasioni di incontro in merito ai temi e ai metodi dell’educazione ecologica;
- costituire un’area che, a partire da queste prospettive, sia capace di confrontarsi, vigilare e, se necessario, opporsi all’intervento dell’amministrazione pubblica.
Tali squilibri, presenti in proporzione diversa su tutto il pianeta, stanno mostrando nel territorio campano tutta la loro lacerante e brutale evidenza. Anche per gravi responsabilità degli amministratori pubblici. Ci sembra pertanto necessario essere presenti per confrontarsi, supportarsi e coordinarsi anche al fine di controllare che l’operato pubblico sia appropriato e funzionale all’imbocco di una corretta via per il cambiamento, alla risoluzione dei problemi ambientali, nonché adeguato rispetto al ruolo dell’educazione in questo processo.
La questione dei rifiuti pone tutti noi davanti al nostro ruolo di consumatori, indotti a comprare, buttare e di nuovo acquistare, in un vortice ormai completamente fuori controllo che insieme all’ambiente, distrugge la nostra cultura (quello che ne rimane) e il tessuto sociale. Mai come in questo momento ci siamo sentiti spinti a domandarci il senso di questo ruolo e a metterlo seriamente e profondamente in discussione. A partire da scelte concrete.
Le condizioni in cui versa la Campania, che dell’“emergenza” temiamo abbiano soltanto l’irreversibilità, ci spingono a metterci a lavoro.
In questa ottica riteniamo necessario che coloro che si occupano di educazione, in primis le scuole, si confrontino e collaborino per ragionare insieme sugli approcci corretti da adottare in merito ai temi ecologici, anche in una posizione di presidio e sorveglianza dell’intervento pubblico.
Una prospettiva completa implica che il ruolo della scuola e dell’educazione non siano avulsi (e magari contraddetti) dalle politiche cittadine e regionali su questi temi: lavorare seriamente sulle questioni dell’ambiente e dell’ecologia (che forse si riduce a fare seriamente educazione) significa oggi essere costantemente contraddetti dalla politica, dall’economia, dalle istituzioni e, inutile negarlo, dalla società civile. Ogni serio progetto di educazione ambientale necessita pertanto di essere completato da un sistema di intervento pubblico funzionante. A cominciare dall’avvio di un piano integrato dei rifiuti che, partendo dalla riduzione e passando per il riciclo e la bonifica dei terreni inquinati, offra risposte efficaci a così gravi questioni ambientali.
L’educazione e il piano di recupero e smaltimento dei rifiuti sono due aspetti complementari, ma diversi. E da soggetti diversi devono essere assolti. Una cosa è che le scuole possiedano i cassonetti per la raccolta della plastica e della carta – a cui necessariamente aggiungere quelli per il vetro, l’alluminio, le pile, i toner delle stampanti, ecc – che il soggetto preposto provvederà a ritirare e stoccare: e questo occorre pretenderlo. Altra cosa è elaborare e “agire” con i bambini e i ragazzi una reale cultura ecologica. Riteniamo entrambe le cose ugualmente necessarie.
La nostra proposta è di:
- creare un più stringente confronto e coordinamento di quanti vogliono ragionare, formarsi e interrogarsi sul tema dell’ecologia, in particolare da una prospettiva pedagogica;
- animare iniziative e creare occasioni di incontro in merito ai temi e ai metodi dell’educazione ecologica;
- costituire un’area che, a partire da queste prospettive, sia capace di confrontarsi, vigilare e, se necessario, opporsi all’intervento dell’amministrazione pubblica.
A questo proposito la piccola proposta di formazione sul compostaggio scolastico che intendiamo organizzare vuole essere metafora e insieme porta d’accesso per interrogativi più vasti, complessi e universali che intenderemo porci in merito al fragile filo che unisce la nostra specie, i prodotti del suo spirito e l’ambiente che abita.
Lunedì 28 aprile ore 16.30
Cooperativa Lo cunto de li cunti (Mensa dei bambini proletari)
Vico Cappuccinelle a Tarsia 13
Il compostaggio a Scuola
Incontro Sergio Loi
Per informazioni: associazione.risveglio.napoli@gmail.com 3343470823- 3385021673 mensa dei bambini proletari tel. 081/5496867;
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